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IL D.LGS. 39/2021: LA NUOVA FRONTIERA DELLA COMPLIANCE PER SOCIETÀ E ASSOCIAZIONI SPORTIVE

Il D.Lgs. 39/2021, adottato nel più ampio quadro della riforma dell’ordinamento sportivo, ha introdotto l’obbligo per le associazioni e le società sportive sia dilettantistiche, che professionistiche di dotarsi di modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva, nonché di codici di condotta conformi alle Linee Guida emanate dall’ente di affiliazione, a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal codice per le pari opportunità tra uomo e donna, o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.

Al citato obbligo si aggiunge quello relativo alla nomina, da effettuarsi entro il 31 dicembre 2024 (giusta proroga del termine di designazione ai sensi della delibera presidenziale CONI n. 159/89 del 28 giugno 2024), di una specifica figura di controllo, il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, il quale dovrà essere dotato delle necessarie competenze, nonché essere autonomo e indipendente rispetto all’organizzazione sportiva. Tale soggetto, oltre a vigilare sul modello, è, infatti, deputato a ricevere tutte le segnalazioni relative alle violazioni dei modelli e dei codici di condotta ex D.Lgs. 39/2021 (si vedano, altresì, D.Lgs. 36/2021 e Delibera Giunta Nazionale Coni n. 255 del 25 luglio 2023).

Il medesimo Decreto precisa, altresì, che le associazioni e le società sportive dilettantistiche e  professionistiche, già dotate di un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, devono integrarlo conformemente alle previsioni normative di cui al D.Lgs. 39/2021. Circostanza che, oltre a costituire un ineludibile obbligo normativo, evidenzia come anche gli enti sportivi debbano necessariamente orientarsi verso una compliance integrata, al fine di poter compiutamente gestire in maniera coordinata tutti i rischi afferenti l’attività sportiva.

Con il D.Lgs. 39/2021 fanno così il loro ingresso nel mondo dello sport nozioni proprie dell’organizzazione di impresa, da ricollocare nel concetto più ampio di compliance aziendale.

L’adozione dei citati modelli è obbligatoria e  il Legislatore ha attribuito agli stessi un valore scriminante nell’ambito dell’ordinamento sportivo, prevedendo, tra l’altro, per l’omessa implementazione l’irrogazione di una sanzione disciplinare.

A ciò si aggiunga che, laddove l’ente sportivo in questione, sia anche dotato di un modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001, il medesimo beneficerà di un’ulteriore esimente in sede penale, potendo ivi invocare l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità laddove dimostri di aver adottato (ed efficacemente attuato) prima della commissione di uno dei reati presupposti del D.Lgs. 231/2001 un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo.

Ciò posto, si precisa che i modelli e i codici etici ex D.Lgs. 39/2021, per essere effettivi ed efficaci, devono sia recepire le novità normative del settore, sia essere predisposti sulla base delle specificità del singolo ente sportivo in questione.

Quanto ai contenuti di tali modelli, è importante mettere in evidenza che tutte le linee guida ad oggi emanate dagli enti di affiliazione sono allineate a quanto indicato nel documento denominato “Principi fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione”, predisposto dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguarding.

Ed invero, i modelli ex D.Lgs. 39/2021 devono necessariamente prevedere: i) le modalità di prevenzione e gestione del rischio in relazione ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione; ii) i protocolli di contenimento del rischio stesso e la gestione delle segnalazioni; iii) gli obblighi informativi in materia.

A bene vedere, si tratta di contenuti che richiamano prima facie quelli previsti dai modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001. Da qui l’importanza di predisporre un sistema di compliance in un’ottica integrata, mirando alla razionalizzazione dei rischi, delle misure di prevenzione e dei controlli esistenti nei diversi processi aziendali, scongiurando duplicazioni di verifiche e sovrapposizioni di ruoli e di presidi, il tutto nella prospettiva di un efficientamento dell’organizzazione aziendale/sportiva.

A cura di Annalisa Regi e Giuseppe Bisicchia

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